Questo tempio del Settecento veneziano, situato nello splendido Palazzo Rezzonico, opera di Longhena e Massari, che si affaccia sul Canal Grande, conserva importantissime opere pittoriche dei più grandi maestri del secolo, dai Tiepolo a Rosalba Carriera, dai Longhi ai Guardi a Canaletto, ambientate in un contesto di preziosi arredi e suppellettili dell’epoca. Il Museo conserva una celeberrima collezione di capolavori, frutto delle notevolissime donazioni, tra cui quelle di Ferruccio Mestrovich, e di Egidio Martini che hanno recentemente arricchito il museo di circa 300 opere dei maggiori protagonisti della pittura veneta. Al terzo e quarto piano si trova infatti la Pinacoteca Egidio Martini, che conserva opere di Cima da Conegliano, Alvise Vivarini, Bonifacio de’ Pitati, Tintoretto, Sebastiano e Marco Ricci.
Il palazzo, con fronte sul Canal Grande e fianco destro sul rio di San Barnaba, è considerato un capolavoro di architettura barocca veneziana. Venne infatti progettato da Baldassare Longhena, allora massimo architetto vivente della Serenissima, intorno al 1667, per la nobile famiglia dei Bon, la quale si trovò assai presto nella condizione di non poter sostenere le spese di costruzione: alla morte del Longhena (1682) il palazzo aveva raggiunto l'altezza del primo piano o piano nobile. Non potendone per giunta garantire neppure più la manutenzione, I Bon vendettero l'incompiuta dimora nel 1750 ai ricchissimi Rezzonico, che nel giro di qualche anno la completarono affidando ad un architetto dell'epoca, Giorgio Massari, la direzione dei lavori di compimento del palazzo, ed incaricando famosi affrescatori di decorarne l'interno.
La famiglia Rezzonico era una delle più facoltose ed illustri della Repubblica, che nel 1687 le aveva assegnato il patriziato in conseguenza dei 100.000 ducati ricevuti come finanziamento di una delle ultime guerre per mare di Venezia: la guerra di Candia.
Terminato il palazzo nel 1756, e conclusa due anni dopo anche tutta l'opera di pittura e corredo delle sale, la famiglia esordì nella brillante vita cittadina allestendo splendide feste in occasione di un avvenimento che vide protagonista "mondiale" ed avviando così una lunga serie di memorabili ricevimenti, offerti dai Rezzonico anche per fare gli onori ai più importanti ospiti della Repubblica.
Con la fine della Serenissima tutto, mobilio, quadri ed arredi, andò disperso; propri del palazzo noi ammiriamo solo due lampadari, una porta laccata con decorazioni a fiori e cineserie, e magnifici affreschi.
La grandiosa dimora presenta, sia in facciata che in pianta, caratteristiche commiste dei due secoli cui appartiene. Nel disegnare la facciata il Longhena si ispirò ad un celebre architetto del Rinascimento veneziano: Jacopo Sansovino. Sono infatti eredità del Sansovino, per esempio, la nitida divisione in tre piani segnati orizzontalmente dai cornicioni, e la composizione del piano terra per blocchi di bugnato; ma l'uno e l'altro elemento sono stati trasformati sia dall'interpretazione Barocca che dalla tradizione veneziana. Quest'ultima, proprio nel Seicento si adatta ad una nuova concezione di casa, la divisione per fasce in tre piani fa sì che lo stesso tipo di finestra si rincorra per tutta la lunghezza di facciata, rappresentandola come un porticato, un susseguirsi di logge, e dunque la tradizionale suddivisione tripartita è qui camuffata: non viene più sottolineata la distinzione fra finestre centrali e finestre laterali.
Al piano terra viene rispettata, con tre grandi portali, la consuetudine che sempre privilegiava l'ingresso d'acqua ed il bugnato in pietra d'Istria, che una volta era a lastre sottili, ora è tagliato a blocchi e serve per sculture che creano con le forti sporgenze vaste zone di chiaroscuro. La ricca decorazione della facciata diventa per l'appunto un "marchio" del Longhena, e il gioco plastico, le vivaci note di movimento costituite anche dai mascheroni sulle chiavi di volta delle finestre, la ridondanza barocca, animano in particolare il primo piano e sono caratteristici di altre architetture del Seicento: questa nuova "pittura", che muove lo spazio murale, si sostituisce ormai definitivamente alla tradizionale decorazione affrescata che per secoli aveva riscoperto le dimore veneziane.
Quando l'architetto Massari, nel '700, aggiunge all' edificio il terzo piano, varia di poco il progetto longheniano: solo ne attenua il gusto pittorico e sagoma le incorniciature dei finestrini ovali sottotetto in "moderno" Rococò.
Per quanto riguarda invece la pianta il suo intervento si fa più deciso: la lunga sala centrale del portego, che attraversava in profondità tutta la casa da un estremo all'altro, viene dispensata da una nuova sala che, con disposizione mai vista prima nelle case veneziane, viene posta di traverso e occupa la larghezza dell'edificio invece che in lunghezza.
Il Massari ricavò questa sala e lo scalone d'onore che la serve, dall'altezza di due piani, realizzando così il più imponente ambiente privato della Venezia del tempo; le prospettive illusorie che circondano il grande affresco del soffitto vogliono "allargare" ancora di più le pareti della stanza. La distribuzione degli spazi interni di Cà Rezzonico, dimostra come la vita della famiglia patrizia veneziana si sia modificata in conseguenza dell'accumulo di grossi patrimoni: le enormi sale del piano nobile vengono, abbiamo visto, usate per feste o ricevimenti, e il nucleo familiare si acquartiera nel "mezzanino" che da antica sede di uffici si trasforma in un più comodo e meglio riscaldabile appartamento invernale. Il portego perde la sua funzione di sala di ricevimento e progressivamente si riduce ad ambiente di passaggio per il disimpegno degli altri locali.
Nelle proporzioni delle stanze, nel gusto dei particolari e nell'attività di rappresentanza che Cà Rezzonico esercitò negli ultimi anni di vita della Repubblica, sono le ragioni che hanno portato ad adibire il palazzo a Museo del Settecento Veneziano. A testimonianza della cultura e della civiltà di quell'epoca, sono state raccolte al suo interno preziose collezioni d'arte e arredi sontuosi provenienti da diverse dimore patrizie, in modo che al visitatore appaia tutta la regale raffinatezza dell'arredo veneziano.
Fra gli affreschi, quello citato del salone da ballo, di Giambattista Crosato, e l'affresco della sala seguente di Giambattista Tiepolo, sono di grande ricchezza cromatica e fanno di questi ambienti dei teatri di luce e colore. Nella "sala dei pastelli" troviamo alcuni esempi dell'attività ritrattistica di Rosalba Carriera; ma è soprattutto nella sala di Pietro Longhi, nei suoi quadri, che si vedono scene di vita veneziana settecentesca con valore di autentiche testimonianze dell'epoca. Vera e propria scultura può essere considerata quella parte di arredo costituita dalle opere di Andrea Brustolon, in bosso ed ebano, e dal mobilio in legno scolpito e dorato uscito dalla bottega di Antonio Corradini.
Cà Rezzonico deve oggi la sua fama anche a tutti questi particolari che erano parte integrate dell'interno signorile settecentesco: un interno luminoso nei colori, prezioso nelle stoffe e nell'alta qualità delle forme modellate, tenue e musicale negli stucchi, nei mobiletti bombès, esso ci consegna scenograficamente intatto il fascino di un'epoca.
Bibliografia:
A.A. VV., Il Seicento in Europa - il Barocco, Milano 1966.
A.A. VV., Il Seicento in Italia, Milano 1966.
E. Bassi, Architettura del Sei e Settecento a Venezia, Napoli 1962.
E. Bassi, Palazzi di Venezia, Venezia 1979.
M. Brusatin, Venezia nel Settecento, Torino 1980.
G.J. Fontana, Cento palazzi fra i più celebri di Venezia.., Venezia 1865.
P. Lauritzen, Palazzi di Venezia, Firenze 1978.
R. Levi Pisetzky, Il costume e la moda nella società italiana, Torino 1978.
G. Lorenzetti, Cà Rezzonico, Venezia 1960.
G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Trieste 1975.
G. Mariacher, Cà Rezzonico, Venezia 1969.
P. Molmenti, La storia di Venezia nella vita privata, 3 voll., Trieste 1981.
G. Morazzoni, Mobili veneziani laccati, Milano 1954.
T. Pignatti, Il Rococò, Milano 1966.
T. Pignatti, Tesori di Cà Rezzonico, Milano 1965.
M. Praz, La filosofia dell’arredamento. I mutamenti nel gusto della decorazione interna attraverso i secoli, Milano 1964.
Informazioni utili:
Orari di apertura:
Tutti i giorni (martedì chiuso)
- Estivo (dal 01 aprile al 31 ottobre): 10.00 – 18.00
- Invernale (dal 01 novembre al 31 marzo): 10.00 – 17.00
Aperture speciali serali (dal 01 maggio al 30 Settembre):
- ogni venerdì e sabato: 10.00 - 23.00
Prezzo:
Biglietto intero: 10,00 euro
Biglietto ridotto: 7,50 euro
Altre opzioni:
I MUSEI DEI SETTECENTO VENEZIANO
Il biglietto "I Musei del Settecento Veneziano" include l'ingresso integrato a Ca' Rezzonico e in altri musei (Palazzo Mocenigo, Museo del Tessuto e del Costume, Casa di Carlo Goldoni (visitate il sito per ulteriori info: https://www.visitmuve.it):
Biglietto intero: 15,00 euro
Biglietto ridotto: 12,00 euro
MUSEUM PASS
Il "Museum Pass" include l'ingresso a tutti i Musei Civici di Venezia: i Musei di Piazza San Marco e molti altri tra cui Ca' Rezzonico, Ca' Pesaro, Palazzo Mocenigo (visitate il sito per ulteriori info: https://www.visitmuve.it):
Museum Pass intero: 40,00 euro
Museum Pass ridotto: 22,00 euro
Contatti:
Tel. segreteria: +39 041 2410100
Tel. prenotazioni e ticketing: 848082000 (dall’Italia) / +39 041 42730892 (dall'estero)
E-mail: prenotazionivenezia@coopculture.it
Per qualsiasi altra informazione, visitate il sito: https://carezzonico.visitmuve.it
Indirizzo: Dorsoduro 3136 - Ca' Rezzonico, Venezia
Come arrivare: fermata del vaporetto "Ca' Rezzonico"
Nota sui diritti d’autore: Queste immagini sono state acquisite tramite fonti online. Qualora tu sia il titolare dei diritti d'autore e desideri la loro rimozione, ti preghiamo di contattarci.