La Repubblica della Serenissima aveva emanato una serie di leggi a regolamentare l'attività della pesca, essendo quest'ultima una delle principali attività veneziane.
La regolamentazione riguardava non solo l'attività di pesca in sé, ma anche le attrezzature utilizzate.
La misura e l’ampiezza delle maglie delle reti erano sancite da decreti che ne determinavano il modo, i luoghi e i tempi d’impiego.
Una volta erano gli uomini e le loro donne a tessere le reti, usavano la canapa per le reti più grandi, il lino per quelle più sottili, oggi invece il certosino lavoro manuale è stato sostituito dalle macchine e il lino e la canapa dalle fibre sintetiche.
Nascono così le reti a strascico, le serraglie, le reti libere, differenziate aseconda del tipo di pesca e delle acque nelle quali vengono utilizzate.
Le ‘paranzelle’ sono le più grandi reti a strascico delle laguna. Tra le reti a strascico c’è una rete detta ‘tartanella’, più piccola della paranzella, trattenuta al fondale da una ventina di piombini.
Il pescatore era spesso l’unica fonte di sostegno della famiglia, quindi si prestava molta attenzione alla sua salute. Gli esorcismi, le feste rituali di cui le origini sono risalenti all’epoca paleocristiana, la disponibilità con cui si partecipava all’abbellimento delle chiese parrocchiali sono derivati da questa situazione.
Ecco anche perché i sopravvissuti ad un naufragio o a tempeste avevano l’obbligo di ringraziare il Signore commissionando rappresentazioni pittoriche della scena. Le imbarcazioni erano sempre ornate da immagini della Madonna di Marina o il Cristo di S. Domenico o due angeli, in quanto poste alla protezione divina.