Il primo nucleo dell’Arsenale nasce nel 1104 con un imposizione dello Stato sui singoli carpentieri che fino ad allora avevano lavorato negli ‘squeri’ ovvero i piccoli cantieri cittadini.
La parola
‘squero’ deriva da squadro, il termine con cui venivano chiamati questi
cantieri, forse legato alla difficile arte della costruzione navale
basata sulla geometria e sulla matematica. Ma altrimenti si può far
derivare la parola da 'sorgier', lo scalo degradante verso l’acqua.
Inizialmente conveniva di più lavorare per i privati, da un punto di
vista economico si guadagnava meglio, ma nel tempo essere ‘arsenalotti’
era diventato un grande privilegio, significava essere lavoratori
protetti e difesi dalla fame e dalla peste da parte dello stato che li
considerava fonte di ricchezza economica e di sicurezza militare.
Nel 1374 l’Arsenale si era assicurato il monopolio della costruzione
delle galee, venne addirittura vietato l’acquisto del legname o la
costruzione delle imbarcazioni fuori città.
L’arte più importante nell’Arsenale era quella dei ‘marangoni’ che costruivano lo scafo e gli interni dell’imbarcazione, costituivano infatti l’80% dei lavoratori.
Gli arsenalotti lavoravano dall’alba al tramonto, e sebbene le paghe
non fossero alte, godevano di benefici aggiuntivi quali alloggi
gratuiti, distribuzioni di vino, una sorta di assistenza sanitaria e
una tutela particolare contro le malattie e gli infortuni.
La responsabilità tecnica dell’Arsenale era affidata a tre Patroni o
detti anche Signori che alloggiavano in tre padiglioni: Inferno,
Purgatorio e Paradiso. Questi, dal 1442 dovevano riferire delle loro
attività a tre senatori periodicamente.