Storia e tradizione dell’isola di Sant’Erasmo, tra terra, mare e cielo

Lontano dalla folla di Piazza San Marco e dalle gondole che percorrono i lunghi canali, un luogo meno conosciuto della laguna veneziana è la verdeggiante isola di Sant’Erasmo.

Grande isolotto (il più grande della laguna), distante qualche chilometro dall’isola di Venezia, è sempre stato un gioiello e un serbatoio di flora e fauna caratteristici dell’ambiente lagunare. Il suo terreno molto fertile e un’esposizione unica all’acqua del mare e al sole hanno contribuito a rendere l’opera agricola degli abitanti un’autentica fonte di saperi e sapori, oltre che a conformare fisicamente la laguna veneziana e i suoi confini, dandoci ancora oggi la possibilità di apprezzare albe, tramonti e paesaggi di assoluta bellezza.

Ma partiamo un po’ dalla storia di questo caratteristico luogo…

L’isola di Sant’Erasmo è menzionata per la prima volta nel X secolo d.C. nel "Chronicon Gradense" (1032), dove viene descritta come il Litus Mercedis e in cui sorgeva la chiesa dedicata ai Santi Ermete ed Erasmo, protettori di chi naviga in mare. Prima che il litorale del Cavallino prendesse la forma attuale, Sant’Erasmo (Litus Mercedis) fungeva dunque da barriera naturale tra la laguna e l'Adriatico e la successiva comparsa del Lido di Cavallino mise fin da subito in evidenza la mutevolezza di queste terre lagunari e la loro straordinaria importanza dal punto di vista idraulico e ambientale.

Nel Medioevo, Sant’Erasmo era un approdo importante per Murano e Torcello e soprattutto un fornitore chiave di prodotti agricoli per Venezia poiché, grazie alle sue terre fertili e condizioni climatiche favorevoli, assunse il ruolo di “Orto di Venezia” permettendo di soddisfare per secoli le necessità alimentari dei veneziani. Questo appellativo rimane valido ancora oggi, in quanto l’isola rifornisce giornalmente, anche se in misura minore, il Mercato di Rialto di prodotti freschi tipici come ortaggi e frutta (specialmente in primavera con il carciofo violetto di Sant’Erasmo e le Castraure).

Nel ‘700, l’isola subì gravi perdite di popolazione a causa delle epidemie e della caduta della Serenissima. Passata sotto il dominio francese e poi sotto quello austriaco, Sant’Erasmo diventò un luogo strategico militare ove vennero costruite la Torre Massimiliana (1843/44) e diverse altre strutture atte alla difesa e al controllo della laguna.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’isola e la sua Torre furono usate come linea di difesa anche dai tedeschi, che terminata la guerra e l’occupazione le restituirono gravemente danneggiate. Nel Dopoguerra, con la ricostruzione, la Torre diventò ricovero per sfollati e magazzino agricolo e soltanto negli anni 90 è stata recuperata e riconvertita in luogo di valenza storica nonché sede di eventi e manifestazioni che oggi animano l’isola e la sua comunità (e tanti curiosi visitatori).

E invece oggi...

Oggi, Sant’Erasmo rimane un rifugio sereno e verdeggiante, casa di una comunità affiatata di 700 abitanti. Questi residenti dedicati mantengono viva la loro ricca eredità agricola, accogliendo calorosamente i visitatori per esplorare i rigogliosi giardini e vigneti dell'isola.

L’importanza e la natura di questo ambiente lagunare fa sì che si possano svolgere numerose attività: a piedi si può godere di passeggiate immersi nella musica della natura perdendosi in un’atmosfera unica tra terra, acqua e cielo; in bici si può percorrere tutto il perimetro dell’isola e ammirare nel suo insieme la laguna e le isole vicine (le biciclette possono essere noleggiare in loco).

Ma, in tutta sincerità, per chi ricerca relax e vuole respirare aria di mare, Sant’Erasmo offre spiagge selvagge e lunghe distese verdi, nelle quali godersi golosi pic-nic assaporando i prodotti tipici locali oppure ristorandosi presso osterie locali come la famosa “Al Bacan”.

Non finisce qui per i buongustai perché a maggio (evento dell’anno che richiama veneziani e non) si svolge la famosissima Festa del Carciofo Violetto di Sant’Erasmo, con mostre-mercato, eventi musicali e culturali.

Questo prodotto è unico e caratteristico dell’isola ed è una varietà molto apprezzata per il suo gusto dolce e la sua carnosità, lo strano ed intrigante colore violetto lo rende un ingrediente perfetto sia per la bontà del palato che per l’estetica.

La stagione dei carciofi a Sant’Erasmo inizia a fine aprile con la raccolta delle “Castraure”, ossia i primi germogli apicali dei carciofi che vengono tagliati per permettere poi una crescita più rigogliosa del prodotto. Questi primi ortaggi però sono disponibili solo per 10/15 giorni massimo all’anno, per cui se siete fortunati e passate a fare una passeggiata primaverile nell’isola, li potreste trovare, degustare e acquistare.

A maggio, durante la festa, le organizzazioni locali aprono al pubblico accompagnando i visitatori in visite guidate alle aziende agricole, viene predisposto uno stand gastronomico dove degustare i piatti tradizionali e c’è spazio anche per il divertimento con il classico tiro con l’arco e rappresentazioni teatrali.

Successivamente, ad ottobre, ci si riunisce per la Festa del Mosto dedicata al primissimo vino che viene prodotto dopo le vendemmie: il torbolino. Si può dire che non è ancora un vero e proprio vino perché le uve bianche non sono del tutto fermentate e filtrate, ma è una bevanda alcolica rustica e beverina, leggermente frizzante che ben si sposa con le sfiziosità preparate dagli operatori locali che organizzano anche le degustazioni e vari spettacoli per intrattenere grandi e piccini.

Orti e vigneti consentono a Sant’Erasmo di mantenere viva la sua vocazione agricola, valorizzando questo ambiente così sereno e “lento” dove il tempo sembra essersi un po’ fermato, ma che invece si anima durante le stagioni grazie ad una comunità vivace che spesso organizza manifestazioni, rassegne fotografiche ed eventi. Visitare l’isola e assaporare i suoi prodotti parlando con i residenti e i tanti che si impegnano ogni giorno per mantenere viva la tradizione locale, consente di entrare in un’altra dimensione, più autentica e genuina.

Visitare Sant’Erasmo è quindi un’occasione unica  per scoprire le bellezze della laguna e delle sue isole, respirare l’essenza di questi luoghi magici e avvicinarsi alla cultura e le tradizioni di questa comunità di terra e di mare.

 

 

Come raggiungere l’isola?

Da Venezia alla fermata del vaporetto “Fondamenta Nove” prendi la Linea 13, in circa 30 minuti raggiungerai Sant’Erasmo.

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