Questa escursione di interesse non solo paesaggistico ma anche etnografico e culturale, vi condurrà nel cuore storico, artistico e popolare della laguna nord che si offre e si svela al visitatore nei molteplici e contraddittori aspetti della sua attuale realtà. Un'esperienza suggestiva, da vivere per un giorno intero, senza fretta, con l'animo disposto alla scoperta e allo stupore che suscitano la bellezza della natura e le tracce della storia di cui questa parte della laguna è stata teatro.

 

1°tappa: Prendiamo la Linea 12 - da Venezia Fondamente Nove per Mazzorbo, Burano, Torcello e intraprendiamo questo piacevole viaggio in battello che ci trasporterà nell’atmosfera surreale di un arcipelago di isolette che dista circa 45 minuti dal centro storico di Venezia. Ad accoglierci per prima in quest’”altra Venezia”, immersa nella tranquillità surreale della laguna, troviamo il paesaggio solitario e discreto di Mazzorbo. Mentre nella vicina Mazzorbetto, raggiungibile solo in barca, la vegetazione è lussureggiante e selvatica, Mazzorbo è popolata da poche, semplici case colorate che si alternano a orti e vitigni. A pochi minuti di cammino dalla fermata ACTV di Mazzorbo, incontriamo la trecentesca chiesetta conventuale di Santa Caterina, una delle ultime vestigia dell’antica Maiurbium piena di monasteri, chiese e ville nobiliari. Preceduta da un piccolo e suggestivo atrio pavimentato a spina di pesce, la chiesetta è affiancata da un bel campanile a cupola, nel quale è custodita la più antica campana della laguna. La chiesetta è circondata da un piccolo parco pubblico, un tempo vecchio cimitero, dove vale la pena soffermarsi ad ammirare il paesaggio circostante.

2°tappa: Proseguiamo la nostra passeggiata attraversando il ponte di legno che ci porta a Burano, vivace isola di pescatori, come si può notare dalle barche ormeggiate lungo rive e canali.  Noncurante dell’attivismo sfrenato che domina a pochi chilometri di distanza, ancora oggi quest'isoletta sembra conservare immutati i suoi ritmi, le sue tradizioni, i suoi colori. Una vera e propria esplosione di colori colpisce infatti il visitatore che non è mai stato da queste parti.
Vi consigliamo perciò di rallentare il passo e di godervi una passeggiata in questo luogo di suggestioni dove lentezza, identità e senso della comunità sembrano essersi impossessate del tempo e dello spazio. Lasciando correre lo sguardo lungo i muri colorati delle case, dove sventolano lenzuola stese e su cui spiccano i riquadri bianchi di porte e finestre, vi capiterà forse di vedere ancora un’anziana signora seduta davanti all’entrata di casa, intenta a lavorare un merletto, un tempo principale attività produttiva dell’isola e oggi una delle sue maggiori attrazioni turistiche.
Oltrepassando la schiera di piccole botteghe di merletti che tentano di aggiudicarsi i turisti in cerca di un illusorio souvenir di manifattura artigianale, raggiungerete la piazza principale dell’isola, intitolata al celebre musicista barocco “buranello", Baldassarre Galuppi.
Qui, a chi volesse saperne di più sull’antica arte del merletto, consigliamo una visita al Museo del Merletto, altrimenti torniamo all’imbarcadero ACTV e proseguiamo il nostro itinerario verso Torcello, meta quasi mai raggiunta dalla maggior parte dei flussi turistici delle isole, che solitamente si fermano alle più affollate Murano e Burano.

3°tappa: Riprendiamo dunque il battello e dopo pochi minuti di navigazione sbarcheremo nella vicina isola di Torcello.
L’approccio con quella che un tempo fu la "capitale" della laguna nord e i cui abitanti si contano oggi sulle dita di una mano, vi sorprenderà per l’aspetto rustico e desolato con cui quest’isola si offre al visitatore.
Poche case isolate, siepi, prati inselvatichiti e qualche orto qua e là sono gli unici indizi di una lontana presenza umana agli occhi di chi, nel silenzio assorto e indolente di questo luogo semideserto, tenta di immaginarsi un’operosa e affollata città marinara e portuale, splendente di chiese e palazzi, centro di quello che in passato fu il cuore della vita economica e sociale della civiltà veneziana. Scesi dal battello, costeggiando lo stretto canale sulla sinistra, incontrerete dopo poco il solitario ponte del Diavolo, che, secondo la leggenda, appare al centro di questo ponte sotto forma di gatto nero, ogni notte del 24 dicembre. La percezione di trovarvi in un’isola fantasma lascerà il posto all’impressione di trovarvi in un luogo surreale quando arriverete sul sagrato erboso attorno a cui si stringe il cuore di mattoni rossi della basilica di Santa Maria Assunta la più antica della laguna, affiancata dal suo battistero, il martyrium di Santa Fosca, il campanile e i Palazzotti del Consiglio e dell’Archivio, oggi sede del Museo dell’Estuario con le sue sezioni Archeologica e Medievale. Al centro della piazzetta vedrete un antico sedile di marmo, usato dai Tribuni per amministrare la giustizia, ma che, secondo una leggenda popolare, sarebbe stato il trono di Attila, il Re degli Unni, passato di qua per seminarvi distruzione e desolazione.
Il contrasto tra lo splendore raffinato dell’architettura bizantina e l’avanzare lento e costante della natura accentuano ancor di più la sensazione che si ha di trovarsi in un’isola-museo, icona e custode insieme del proprio antico splendore. Visitate gli splendidi marmi e i mosaici bizantini che ornano i pavimenti e le pareti dell’interno della basilica e di inoltratevi negli incolti retrostanti, dove potrete passeggiare quasi interamente su banchine lastricate, prima di salire sul campanile, punto di vista ideale per scorgere il paesaggio lagunare nella sua intricata complessità.
Scesi dal campanile potrete concludere la visita di Torcello con una passeggiata in piena barena, lungo l’argine che costeggia uno dei tanti ghebi di questa laguna.

Lungo la via del ritorno, sul battello che vi riporta a Venezia, incrocerete due isolotti dall’aspetto deserto, Madonna del Monte e San Giacomo in Paludo, dove mille anni fa un convento con foresteria dava riparo ai naviganti e che oggi è sede di un centro di ricerca ambientale.

 

Durata indicativa del percorso: una giornata

 

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