Questo itinerario in bicicletta vi porterà tra mare e laguna, tra storia e ambiente, lungo la stretta striscia di sabbia del litorale che separa Venezia e la sua laguna dal mar Adriatico, dalle spiagge di velluto alle ville stile liberty del Lido, dai borghi di pescatori di Pellestrina e di San Pietro in Volta, fino all’Oasi naturalistica di Ca’ Roman, ultima tappa prima di incontrare Chioggia e la sua laguna.
1^ tappa: (2 h) Scegliamo come punto di partenza di questo itinerario l’imbarcadero del Ferry Boat che dall’isola del Tronchetto trasporta persone e mezzi al Lido.
Sbarchiamo a San Nicolò, l’estremità ovest del Lido, dove si trova la prima delle tre bocche di porto di Venezia, quella che separa il litorale del Cavallino da quello del Lido, formatosi nel corso dei secoli dai sedimenti dei fiumi e dall’opera dell’uomo a protezione della laguna di Venezia dal mare.
Utilizzato in passato dalla Serenissima come sistema militare integrato, insieme ad altre isole della laguna nord e come ricovero per i mercenari che partivano per le spedizioni, in questa estremità del litorale sorgeva un Forte di cui rimangono alcune tracce prima del maestoso ponte cinquecentesco di mattoni e pietra d’Istria (qui ogni anno si celebra lo sposalizio di Venezia con il mare durante la suggestiva cerimonia della Festa della Sensa).
Di fronte invece è ancora visibile, tra la Certosa e le Vignole, il Forte di Sant’Andrea, costruito nel 1543.
Prima di iniziare la nostra pedalata lungo i 12 km che separano la diga di San Nicoletto dal porto di Malamocco, da dove ci si imbarca per l 'isola successiva, possiamo fare una prima sosta per visitare il vicino complesso architettonico benedettino di San Nicolò, che ora ospita gli studenti del European Master in Human Rights. Fondato nel XI sec. e gestito dai Frati Francescani, comprende la chiesetta, ricostruita nel XVII, che conserva ancora colonne e capitelli corinzi, il chiostro rinascimentale del XVI sec. con la sua vera da pozzo e il convento.
Poco lontano dalla chiesa possiamo fare una sosta davanti al cancelletto di ferro nero dell’antico cimitero ebraico, istituito nel 1489 e restaurato nel 1999, e dare una sbirciatina dentro a questo suggestivo giardino silenzioso dove convivono armoniosamente alberi e lapidi.
2^ tappa: (2 h) Lasciamo il lato lagunare e proseguiamo sul lungomare d’Annunzio, strada trafficata solo durante l’estate, costeggiando la striscia di sabbia dove si susseguono gli stabilimenti balneari con le loro file di “capanne”, (gioia e dolore dei Veneziani che risparmiano tutto l’anno per poterle affittare a caro prezzo durante i mesi estivi!) e arriviamo al centro popolato del Lido che si sviluppa attorno alla chiesa seicentesca di Santa Maria Elisabetta, vicino alla fermata dei vaporetti, dove sorge la cupolona di rame del tempio votivo, oggi adibito a Sacrario Militare e visibile arrivando da Venezia. Ci lasciamo a destra il Gran Viale, che dalla laguna arriva fino al mare e attraversando l’incrocio ci addentriamo sul lungomare Marconi, nella “Città Giardino”, costruita all’inizio del ‘900, in pieno stile Liberty e art decò. Oltre alle abitazioni private incontriamo i grandi alberghi di inizio secolo, frequentati da divi di Hollywood, regine e grandi scrittori, il Des Bains e poco più avanti l’Excelsior, dall’appariscente architettura neomoresca, costruito nel 1907, che, con i loro eleganti stabilimenti balneari hanno trasformato il Lido in una delle località turistiche più chic del mondo dall’inizio del ‘900. Tra i due si trovano il Casinò, aperto negli anni trenta e di architettura fascista, e il Palazzo del Cinema, sede della famosa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Lasciamo la strada e proseguiamo sulla pista ciclopedonale dei Murazzi, fortificazione in pietra d’Istria realizzata nel 1751 dalla Serenissima a difesa del litorale e della laguna dalle mareggiate, fino ad arrivare agli Alberoni, zona di riserva naturale, e alla diga di Malamocco. Lungo i Murazzi, e in particolare agli Alberoni, il litorale, che qui è caratterizzato dalla presenza di dune alte anche fino a 9 metri, offre interessanti spunti naturalistici e paesaggistici, tra la ricca vegetazione semiselvaggia retrodunale e le imponenti dune sabbiose, habitat ideale per diverse specie di uccelli marini tra cui fratini, garzette e gabbiani.
Da qui, costeggiando il vecchio Forte Militare degli Alberoni, (oggi sede di un Golf Club) possiamo raggiungere il pittoresco borgo lagunare di Malamocco, sorto nel XII dopo che una violenta mareggiata distrusse l’antica Metamaucus, situata nei pressi dell’isola di Poveglia e un tempo sede del Dogato e del Vescovado. Non perdetevi una visitina alla calle delle Mercerie e alla chiesetta per ammirare il vivace Miracolo della Madonna di Forabosco, che rappresenta il salvataggio dei naufraghi da una tempesta.
Ritorniamo verso la bocca di porto di Malamocco, verso il Faro Rocchetta da dove possiamo fare una sosta prima di imbarcarci su un altro Ferry Boat che ci trasporterà a Santa Maria del Mare.
3^ tappa: (3 h) Attraversato il canale di Malamocco, protetto dai famosi Murazzi, la nostra pedalata riprende per altri 11 km da Santa Maria del Mare alla diga di Ca’ Roman, di fronte alla quale, al di là di un'altra bocca di porto, si elevano le punte rosse dei campanili di Chioggia.
Ci inoltriamo in quella che è la parte più suggestiva della pedalata, dove la lunga striscia di sabbia del litorale si fa sempre più sottile fino ad essere larga in alcuni punti solo pochi metri e dove all’orizzonte non si distingue più Venezia ma solo un paesaggio indistinto al di là del quale si estende la laguna sud con le valli della Romea: Valle Averto, Valle Zappa, Valle Millecampi, enormi incubatrici di numerose specie animali e zone di “laguna viva”, dove, tra acqua salmastra e acqua salsa convivono pescatori, pesci e uccelli di passaggio.
Lungo il litorale lagunare incontriamo i borghi di pescatori e ortolani di San Pietro in Volta, Portosecco e Pellestrina, poco battuti dalle folle di turisti e, a differenza di quelli che troviamo nella laguna nord, raggruppati attorno ad un centro e ad un canale, allungati in una linea sottile tra la laguna, su cui si affacciano le case, e i Murazzi alle spalle, che li proteggono dal mare. Qui, tra orti protetti da grisiole, vecchie osterie, dove si possono ancora assaggiare i caratteristici cicchetti di pesce (ideali per una sosta e magari per un pranzo veloce prima di proseguire verso Ca’Roman) e barche da pesca allineate lungo la riva, sfilano le minuscole e umili casette colorate, strette le une alle altre e avvolte in un’atmosfera fuori dal tempo, ricco di fascino e suggestione, dove il rapporto fra uomo e laguna è ancora legato ai ritmi della pesca e dell’agricoltura e dove ilb senso di identità territoriale è ancora molto forte ed esclusivo. A Pellestrina vi consigliamo una sosta per visitare la chiesetta medievale di Ognissanti e per lasciarvi incantare dal ritmo del tempo e dall’idioma lento e strascicato di questi isolani, sperando di incontrare ancora qualche donne intenta a lavorare i merletti (proprio come a Burano!), fuori dall’uscio di casa.
Dopo la sosta oltrepassiamo il cimitero di Pellestrina, e pedaliamo per circa un chilometro lungo i possenti Murazzi, a qualche metro dal mare, fino ad arrivare fino al punto più meridionale del litorale, nell’oasi naturalistica protetta di Ca’ Roman, rifugio di molte specie floro-faunistiche, e polmone verde dell'isola, che si estende per circa quaranta ettari di spiaggia selvaggia, duna e macchia. Nella rigogliosa pineta retrodunale e sulla spiaggia di sabbia bianca è possibile avvistare Martin pescatori, Cuculi e Gabbiani reali e, nei periodi di nidificazione, fratini e il fraticelli, due specie rare che hanno eletto come luogo ideale per la riproduzione questa zona silenziosa e deserta dove i turisti arrivano di rado. Prima di riprendere la bicicletta per tornare indietro possiamo gettare uno sguardo dalla diga di Ca’ Roman da dove è possibile scorgere in lontananza, al di là del canale, Chioggia con il suo porto.
A fianco della bocca di porto di Chioggia, lungo il litorale e il canale di Ca’ Roman possiamo vedere invece ciò che resta dell’antico forte di Ca’ Roman, noto come Forte Barbarigo dal nome della batteria da difesa costiera costruita al suo interno nel 1912. Costruito nel 1800, ancora oggi di proprietà della Marina, il forte è stato usato per anni come colonia marina delle madri Canossiane ed è intenzione del Comune di Venezia immetterlo nel circuito di visita delle Fortificazioni Veneziane attraverso accordi con il Dipartimento Militare Marittimo dell'Adriatico.
Durata indicativa del percorso: una giornata
Lunghezza del percorso: 50 km circa
Periodo consigliato: primavera-estate (evitando i periodi estivi troppo caldi e assolati!)