Una città nella città, con le sue cinque sinagoghe, il museo e le altissime case. Questo itinerario alla scoperta dell'antico quartiere ebraico di Venezia e delle sue particolarità, vi farà in una zona appartata e suggestiva, lontana dai percorsi turistici più frequentati, in una zona della città lagunare tutta da riscoprire.
Tra i suoi tanti primati Venezia vanta quello del più antico e meglio conservato fra i quartieri ebraici del Vecchio Continente, nato nel 1516 in seguito alle disposizioni del Governo della Serenissima, che confinava gli ebrei in una zona circoscritta della città.
Ne fa fede la genesi genuinamente veneziana del termine 'ghetto', derivante da 'getto' e riferito alle fonderie che sorgevano nella zona d'insediamento medievale dei primi ebrei tedeschi, cui si deve la trasformazione gutturale della parola. Il quartiere si stende nel sestiere di Cannaregio, non distante dalla stazione ferroviaria, al margine degli itinerari turistici più frequentati. L'atmosfera d'altri tempi e l'inconfondibile fisionomia della zona, con calli e campielli bordati da case altissime e fatiscenti, è uno dei motivi che ne fanno una visita da non perdere.
Camminando tra le sue calli e i suoi campielli vi accorgerete che il quartiere conserva ancora un piccolo centro di vita ebraica, con i suoi Il punto di partenza dell’itinerario e punto di riferimento per la visita guidata dei monumenti del Ghetto è il Museo Ebraico, dotato di un sito internet ricco di informazioni storiche e pratiche, e di una mappa del ghetto.
Questo itinerario vi porterà alla scoperta delle sue cinque sinagoghe, tanto sobrie all'esterno quanto sontuose all'interno e delle inimitabili specialità della cucina giudaico-lagunare. Alla fine, per chi ha più tempo a disposizione, consigliamo di concludere l’itinerario con una visita al suggestivo cimitero ebraico del Lido.
1° tappa: (2h) Dalla stazione ferroviaria prendete la strada nuova in direzione Rialto, dopo il Ponte delle Guglie svoltate a sinistra e poi a destra nel Sotoportego del Ghetto Vecchio, dove un tempo un cancello delimitava l’antico Ghetto Ebraico, il quartiere dal quale agli ebrei era vietato uscire.
Proseguite fino al campo del Ghetto Novo, dove, presso la Scuola Grande Tedesca, si trova il Museo del Ghetto ebraico, gestito da Codess Cultura. È’ un museo sorprendente per come riesce a condensare in uno spazio così misurato secoli di storia della comunità ebraica di Venezia.
La raccolta prende in considerazione innanzitutto gli oggetti legati al culto e alle festività ebraiche, dallo Shabbat, il giorno dedicato alla preghiera, a Pesaq, la Pasqua ebraica. Al centro dell'attenzione è il Rotolo della Legge (Sefer Torah) con il corredo che lo riguarda: la sacra pergamena, infatti, è rivestita da un manto (Meil) e sormontata da una corona (Ataràh); viene custodita nell'Aron Ha Kodesh (letteralmente, Armadio della Santità), le cui porte sono addobbate da drappi in raso e seta (Parokhet); viene letta con l'ausilio di asticciole d'argento lavorato, terminanti con una piccola mano (Yad).
Non mancano cimeli curiosi, come i contratti nuziali (Ketubboth), sotto forma di pergamena manoscritta e colorata a tempera, con le norme per la tutela della donna in caso di scioglimento del matrimonio, ammesso dalla tradizione ebraica. Nel pratico, il museo è il punto di riferimento per la visita guidata delle sinagoghe e del cimitero ebraico del Lido.
2° tappa: (3h) Dopo la visita al museo potrete visitare le tre splendide sinagoghe che si trovano nel Campo del Ghetto Novo, accanto al Museo per poi proseguire verso le altre due, nel Campiello delle Scuole, nel Ghetto Vecchio.
Nel 1719 nel ghetto di Venezia vi erano ben nove sinagoghe, al servizio delle tre 'nazioni' compresenti - Todesca, Levantina e Ponentina - approdate in città nei secoli, a mano a mano che gli ebrei venivano espulsi dalle terre d'origine. Singolare è il fatto che nel glossario cittadino al termine 'sinagoga' si sia preferito quello di 'scuola', coniato in origine per gli edifici di culto delle confraternite cristiane. Un'altra caratteristica peculiare delle sinagoghe veneziane è la pianta rettangolare, con arca santa e podio che si fronteggiano sui lati minori mentre i banchi sono allineati su quelli maggiori. Alle pareti, citazioni bibliche in ebraico; caratteristici, gli arredi, con lumiere in ottone e argento, e gran profusione di tessuti preziosi e tendaggi rossi.
Nel Campo del Ghetto Nuovo restano oggi tre sinagoghe, fondate nel 500, celate dietro facciate di edifici preesistenti: la Scuola Grande Tedesca, la Scuola del Canton e la Scuola Italiana. Nel campiello delle Scuole, al centro del Ghetto Vecchio, se ne trovano altre due, la Scuola Levantina e la Scuola Spagnola, d'analoga fondazione ma riprese con un certo sfarzo architettonico nel Seicento.
Prima di lasciare il ghetto vi suggeriamo una sosta per scoprire la cucina degli ebrei veneziani al Ristorante «Gam Gam» nel Sottoportego del Ghetto Vecchio .
La cucina degli Ebrei Veneziani
La cucina ebraica ruota attorno al concetto di cibo kashèr, ovvero 'adeguato', secondo i dettami della Torah applicati nel quotidiano dal rabbino. Motivazioni di vario genere, senza poter entrar nel dettaglio, comportano la messa all'indice del maiale, com'è risaputo, ma anche del coniglio e dell'anguilla, di crostacei e molluschi in genere, della carne in genere cotta nel latte e nei suoi derivati, panna e burro. Questo vale in assoluto, ma Venezia fa caso a sé perché in nessun altro luogo del mondo si è verificata una tale sovrapposizione di usanze.
Nel ghetto la sobria cucina degli ebrei ashkenaziti, giunti dalla Germania, si incrocia con quella esuberante dei sefarditi, originari dalla Francia meridionale e dalla Spagna, senza contare il contributo dei levantini e di tante altre eterogenee presenze legate ai commerci marittimi. Il piatto simbolo della cucina ebraica veneziana sono le sarde 'in saor', un agrodolce nel quale l'aceto l'aceto e la cipolla si sposano all'uvetta e ai pinoli - ma molte altre sono le specialità di questo particolarissimo filone etnico.
3° tappa: (2h)Se amate i luoghi ombrosi e suggestivi, carichi di storia, l'antico cimitero ebraico del Lido è il luogo che fa per voi.
Prendete il vaporetto per il Lido e, una svolta sbarcati, in autobus o a piedi, percorrete la riviera lagunare fino a San Nicolò, la frazione all'estremità settentrionale dell'isola. Un gruppo di cipressi vi guiderà verso il recinto dell'antico cimitero ebraico, inaugurato nel 1386 su concessione della Serenissima e rimasto in uso fino al 1938, anno di promulgazione delle leggi razziali da parte della dittatura fascista. In oltre cinque secoli di storia l'area ha passato diverse traversie, dagli espropri per motivi militari ai vandalismi a seguito di occupazioni straniere, ma non ha perso la sua fisionomia.
Nel 1999 un meritorio lavoro di recupero ha portato alla catalogazione di 1200 pietre tombali databili tra il 1550 e il primo 700, che oggi appaiono tra l'edera e le felci.
Tante storie, raccontate dalla guida del museo, che ravvivano la memoria delle cosmopolita comunità ebraica veneziana.