Per chi non è veneziano o viene a Venezia per la prima volta o per chi ha scelto Venezia come città d'adozione, questo glossario dei termini che si sentono più di frequente andando in giro per la città e incontrando i veneziani, sarà un utile strumento di sopravvivenza!

Aliscafo: sono grandi imbarcazioni veloci e di linea avveniristica che collegano Venezia con la costa Dalmata. Ve ne sono sia a carena singola che multipla.Queste barche hanno robusti alettoni applicati alla parte immersa dello scafo (opera viva). Le eliche sporgono dalla carena grazie agli alberi di trasmissione assai prolungati verso il basso; sotto effetto della spinta, la nave sale sui suoi pattini immersi, e plana su questi eliminando l'attrito dello scafo sull'acqua. A causa del loro assetto di planata, gli aliscafi richiedono mare calmo per navigare, con onde inferiori ai 50 cm di altezza.

Altàna: terrazza in travi di legno poggiata sul tetto della casa.

Baccalà: merluzzo seccato; una ricetta tipicamente veneziana è quella del baccalà mantecato: il merluzzo secco viene tenuto a mollo nell'acqua per qualche tempo e poi bollito nel latte, quindi dopo l'eventuale aggiunta di qualche altro ingrediente lo si mescola lungamente fino a ricavarne una saporitissima purea.

Barbacàni: mensoloni in legno che sostengono le pareti esterne delle case quando tali pareti si allargano verso il centro della calle all'altezza del primo piano. Servivano ad aumentare lo spazio interno delle abitazioni lasciando sufficientemente larga la calle medesima.

Baréne: isolotti di fango, coperti di bassa vegetazione, che vengono sommersi da una marea un po' più alta del normale.

Bìgoli in salsa: spaghetti integrali conditi con un sugo a base di sarde.

Bragozzo: barca da viaggio e da pesca in mare, con linee molto arrotondate, in particolare a prua e poppa; viene mosso da vele al terzo o auriche su uno o più alberi. Solitamente monta un motore ausiliario entrobordo ed è ancora oggi abbastanza diffuso come imbarcazione da diporto e piccola crociera. Con il variare della misura verso il piccolo, lo scafo si assottiglia verso le proporzioni del topo, e la barca prende il nome di bragozzetto.

Brìccola: grosso palo (o gruppo di pali riuniti insieme) che serve a delimitare il percorso dei canali lagunari.

Bucintoro: bellissimo naviglio e ricchissimo per profusione d’intagli, di dorature, di velluti, che la Repubblica usava nelle solenni occasioni di pubbliche comparse, trovandosi di lui cenno anche ai tempi del Doge Pietro Tradonico. Sin dall’anno 1311 il Bucintoro era mosso a rimorchio, poi a forza di remi. L’ultimo fu varato il 12 gennaio 1728. Era lungo 34.800 metri, largo 7,308 metri, alto 8,352 metri. L’altezza era divisa da una coperta, a due piani, in modo che, essendo maggiore la parte elevata di quella immersa, non si faceva uso del naviglio se non quando il mare e il cielo fossero stati tranquilli e sereni. Aveva 42 remi mossi da 168 operai scelti dell’Arsenale. Dopo che nel 1798 le parti dorate di questa storica nave furono barbaramente e scioccamente bruciate dagli occupanti francesi, questa fu armata con 4 grossi cannoni, cambiando il nome in quello di Idra, per servire alla difesa della laguna e come prigione per le ciurme.
In questi tempi si parla di ricostruire questa fantastica imbarcazione: molti sono i veneziani che asseriscono essere impossibile l’impresa, non essendoci pervenuti i piani dettagliati di costruzione e mancando, soprattutto, carpentieri all’altezza. E’ incerto se ‘Bucintoro’ derivi da ‘Bucio’ o ‘Buzo’, particolare naviglio il quale una volta arricchito di sculture dorate può avere assunto il nome di ‘Bucio d’oro’ e da qui ‘Bucindoro’ e poi ‘Bucintoro’; altri lo fanno derivare dal latino ‘ducentorum’ o meglio da un naviglio adatto a duecento uomini, termine corrotto poi in ‘bucentorum”.

Calle: via tipica di Venezia. In tutta la città esiste solo una "strada": Strada Nova; poi vi sono due "vie": Via Garibaldi e Via XXII Marzo. Tutte le altre si chiamano "calli". 

Campo: tutte le piazze e gli spazi aperti a Venezia si chiamano Campi, ad esclusione di Piazza San Marco.

Campièllo: è un piccolo campo.

Cavàna: spazio acqueo interno a un palazzo cui si accede da un apposito portone affacciato sul canale. Serve per far sbarcare le persone direttamente in casa e per ormeggiare al coperto le barche. Indica il ricovero per le barche di piccola stazza, e può essere in forma di una galleria acquea alla base dei palazzi veneziani, come di una semplice capanna palafitta coperta di canne in barena, o ancora un vero e proprio ricovero in muratura come all'approdo di molte isole minori.
Attualmente edifici di questo tipo si ravvisano principalmente dalle loro rovine, come al Santo Spirito o a San Giorgio in Alga, ma ve ne sono di efficienti e in buone condizioni a Sant'Erasmo e Treporti.
Lungo la gronda lagunare è divenuto fenomeno preoccupante il dilagare di cavane abusive in vetroresina e lamiera, più o meno ciclicamente fatte demolire dall'Autorità Portuale e ricostruite dagli incalliti abusivi.

Cicchétti: stuzzichini vari che si mangiano in osteria per accompagnare qualche bicchiere di vino. Ci possono essere fagioli lessati, polpettine, pezzetti di formaggio, carciofi impanati e fritti, cipolle lessate, fette di salumi con sottaceti, cozze al gratin, sarde fritte eccetera.

Ferry Boat: motozattere veloci dotate di ponte levatoio a prua e poppa, in grado di caricare un notevole numero di automezzi leggeri e pesanti. Prestano pubblico servizio di collegamento frequente Tronchetto - Lido (San Nicolò), Punta Sabbioni - Lido (San Nicolò), Lido (Alberoni) - Pellestrina (S. Maria del Mare).
Occasionalmente vengono usate anche per trasportare il mercato ambulante a Sacca Fisola, le giostre in riva degli Schiavoni e in altri eventi similari.

Fondaménta: strada che è fiancheggiata solo da una parte dalle pareti degli edifici, mentre l'altro lato corre lungo un canale o altro spazio acqueo.

Fòntego: fondaco, ovvero magazzino per le merci.

Forcole: le forcole sono sostegno su cui si appoggia il remo della gondola per vogare. Sono di forma molto differente in base al tipo di barca cui appartengono e in base alla posizione di voga cui sono assegnate. A grandi linee si dividono in forcole da poppiere e forcole da prodiere.
La forcola da poppiere è uno strumento molto complesso, che non di rado presenta due alloggiamenti per il remo, uno per la voga bassa e uno per la voga alta. La forma molto ansata e la completa libertà lasciata al remo di uscire dallo scalmo servono alla manovra: infatti il remo agisce sulla forcola non soltanto negli alloggiamenti principali, ma in molte altre posizioni, consentendo a esempio di vogare all'indietro e di girare la barca sul suo asse. Nella forcola da poppiere della gondola si contano ben undici posizioni remo/forcola.

Remo: il remo per la voga alla veneta è ricavato da una stella, cioè un tronco giovane di acacia (oggi più spesso di ramino) per garantire la massima elasticità e robustezza con un diametro minimo. Per supplire all'insufficiente larghezza a livello della pala, questa viene compiuta con coltelli laterali asimmetrici in legno duro. L'impugnatura cilindrica si sviluppa nella pala con una dolce linea curva, senza alcuno spigolo. La sua lunghezza varia, secondo la barca, da circa due metri e mezzo a oltre i cinque. I remi usati a poppa sono leggermente diversi da quelli di prua, più corti e con pala più larga.

Galeone: è l'imbarcazione a otto remi con la quale si corre il Palio delle Repubbliche Marinare.
Esistono quindi quattro Galeoni, quelli di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. Contrariamente a tutte le altre barche che vengono vogate "alla veneta", cioè in piedi e guardando in avanti, in galeone si voga seduti e di schiena (voga di punta o all'inglese).

Gondola: è l'imbarcazione veneziana più famosa nel mondo. L'etimologia del suo nome è incerta, forse da un incrocio tra il verbo dondolare e il greco medioevale kondura (barca a coda corta - le gondole antiche in effetti avevano la poppa assai meno slanciata delle attuali), o forse dal latino cunula, culla.
Le prime gondole erano delle barchette coperte di un panno di colo vario o fiorito, sostenuto da assicelle piegate ad arco, ma siccome in questo modo chi sedeva in gondola non trovava riparo contro i rigori delle stagioni, nel XVI secolo la copertura si rese più rigida e durevole. Le gondole vennero poi addobbate di panni ricchi a dismisura e si ornarono da poppa a prora di due curvi ferri guarniti di piccole punte. Ai giorni nostri questo uso della copertura per le gondole non esiste più l’imbarcazione resta uno dei maggiori simboli della città lagunare.
Per quanto concerne il colore, le gondole furono variopinte fino al giorno in cui il Magistrato alle Pompe della Serenissima impose la sobrietà e il colore nero al fine di limitare le spese per lo sfarzo con cui nobili e ricchi mercanti usavano addobbarle. Proprio gli appartenenti a tali fasce sociali erano infatti tenuti a sostenere finanziariamente le imprese militari e i rinnovamenti architettonici della Repubblica.
Molto severe sono le regole di costruzione, che impongono calcoli asimmetrici per le due fiancate, mentre la lunghezza dev'essere di m 10,75 e la larghezza interna di m 1,38.
Esiste una variante, detta traghetto, più larga e meno inarcata, che viene usata per il trasporto di 15/20 persone da un lato all'altro del Canal Grande nei pochi imbarcaderi dei traghetti rimasti.
La gondola è usata esclusivamente per il trasporto delle persone e per le regate.
L'attuale fisionomia della gondola è ben diversa da quella che si può ammirare nei quadri dei vedutisti del '700 veneziano. A quel tempo infatti le gondole non erano asimmetriche né rialzate a poppa in quanto erano sempre vogate da 2 gondolieri. Per consentire che la gondola fosse manovrata più facilmente da un solo vogatore si studiò l'asimmetria e il rialzo di poppa.
La gondola è una barca che non ha ancora cessato di evolversi: il suo "sesto", cioè la regola che stabilisce i rapporti scalari delle ordinate nella sua forma, viene frequentemente aggiornato, soprattutto per consentire all'imbarcazione di sopportare l'aumento di moto ondoso causato dalle imbarcazioni a motore.

Lancia: la lancia è il tipico taxi acqueo veneziano. Tradizionalmente in legno verniciato a lustrofin (7 o più mani di gommalacca), oggi viene frequentemente sostituita da scafi in plastica o vetroresina con sagome anche molto diverse dal modello originale. Montava motori entrobordo (oggi sostituiti dagli entro-fuoribordo o dagli idrojet) a benzina molto potenti, 150 hp e oltre e trasporta fino a un massimo di circa 20 passeggeri. Il modello tipico è caratterizzato da una prora coperta molto lunga, oltre un terzo della lunghezza totale, e da una cabina a poppa. Attenzione perché una corsa in taxi acqueo a Venezia costa cifre decisamente molto diverse da quelle sui taxi di terraferma.
Oltre ai taxi, sono lance anche le idroambulanze e i mezzi di pattuglia delle Forze dell'Ordine.

Lista: poco dopo la stazione ferroviaria, dirigendosi verso la Strada Nova, si incontra una via detta Lista di Spagna: il termine "lista" dovrebbe derivare dai "listoni", fasce di pietra bianca che decoravano la pavimentazione stradale (tipici sono quelli di Piazza San Marco) e che probabilmente indicavano i limiti territoriali di un edificio che ospitava un'ambasciata.

Marionetta: sembra che il termine derivi da piccoli fantocci per bambini detti "Marie di legno" (o "Marióne" quando più grandi), nomi ispirati alle "Marie de tola" utilizzate durante la festa delle Marie al posto delle fanciulle in carne ed ossa.

Motonave: mezzo acqueo motorizzato di grandi dimensioni che fa servizio pubblico tra Venezia e Murano, Burano, Torcello, Treporti; oppure da Piazza San Marco all'isola del Lido e a Punta Sabbioni. Una vera e propria piccola nave con tre ponti destinati al trasporto passeggeri, un ponte di comando e una sala macchine.

Motoscafo: oltre che nel suo uso più ovvio, questo termine viene adoperato per antonomasia per indicare il mezzo acqueo motorizzato che fa servizio pubblico più rapido (con meno fermate) rispetto al vaporetto.

Ombra: bicchiere di vino bevuto all'osteria. Il termine viene forse dalle bancarelle che vendevano vini in Piazza San Marco e che si spostavano continuamente durante il giorno per restare sempre all'ombra del Campanile di San Marco.

Quaresima: era tradizione partecipare ad un banchetto "d'addio alla carne" (carne levare, da cui alcuni fanno derivare l’etimo carnevale) la sera precedente il mercoledì delle ceneri, in previsione dei digiuni e delle penitenze, e dedicarsi agli ultimi divertimenti, "po magnerè, goderè, ve devertirè" come dice Goldoni in "Una delle Ultime Sere di Carnevale".

Revendigola: chi non poteva permettersi gli abiti sfarzosi del Carnevale, li poteva noleggiare dalla "revendigola", come s’apprende nella commedia "Le Massere" di Goldoni, e dedicarsi agli svaghi sul "liston”.

 “Ghe xe un mondo de baronaggia, che no se pol caminar. Truffaldini, pulichinelli, gnaghe..." C. Goldoni in “Le donne gelose”.

Rìo: canale.

Rìo terà: calle o altro spazio pedonale ottenuto interrando un canale.

Rùga: viene dal francese rue e indica alcune vie abbastanza larghe fiancheggiate da abitazioni e botteghe.

Sestriere: si chiamano così i quartieri di Venezia. In questa città i rioni sono 6 (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, Santa Croce, San Marco e San Polo) e per questo motivo si chiamano tutt'oggi sestieri. In onore dei vari sestieri, ancora oggi, tante sono le listelle sui pettini di ogni gondola.

Squèro: cantiere che costruisce o ripara piccole e medie imbarcazioni di laguna.

Topo, topeto: una tipologia di barca da trasporto dalla linea affilata e di costruzione complessa, soprattutto per quel che riguarda la rotondità della poppa. Nato per la navigazione lagunare sottocosta con vela al terzo oppure aurica, nel 20mo secolo si è rapidamente ed efficacemente adattato alla propulsione con motore entrobordo. In questa versione è attualmente la principale barca da trasporto della laguna. Probabilmente deve il suo nome alla forma della poppa, che ricorda il posteriore dell'omonimo roditore e alla prua aguzza come il muso.

Topa, topeta: variante da diporto (e piccolo trasporto) della precedente, con linea simile ma più piccola e con poppa tagliata piatta; assieme alla sampierota, è la barca preferita dalle famiglie veneziane per le gite in laguna.

Traghétto: è un punto del Canal Grande in cui è possibile passare dall'una all'altra riva di esso per mezzo di un apposito servizio di gondole.

Vaporetto: mezzo acqueo motorizzato che fa servizio pubblico da Piazzale Roma, percorrendo tutto il Canal Grande, fino all'isola del Lido. Assieme al motoscafo e alla motonave, é l'autobus dei veneziani. Può imbarcare ufficialmente fino a circa 170 passeggeri, ma non è infrequente vederlo assai più carico, sotto la pressione degli spaventosi flussi turistici che Venezia si trova ad affrontare in questi ultimi anni.

 

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