Venezia, considerata da sempre città d’acqua, d’arte e palazzi, cela al suo interno un’anima verde segreta. Ad un primo sguardo disattento può sembrare di imbattersi in una città poco verde, dove l’edilizia lascia poco spazio alle aree verdi, al fine di sfruttare al massimo le superfici a disposizione. Ma Venezia conta più di 500 giardini! Comunemente sono i palazzi signorili a custodire al loro interno gioielli verdi di inestimabile bellezza, ma assolutamente interdetti ai visitatori, visitabili solo in occasioni straordinarie o prendendo parte a tour guidati organizzati da tour operator attenti a offrire nuove occasioni di partecipazione della città. Ancora più ostico si dimostra scoprire i giardini sull'Isola della Giudecca, isola che, malgrado le trasformazioni avvenute durante i secoli, mantiene vivo il suo aspetto bucolico, grazie alla presenza di bellissimi giardini e golosissimi orti, testimoni del glorioso trascorso agricolo dell’isola. Da sempre luogo privilegiato da famiglie patrizie veneziane per la villeggiatura, l’isola presenta due facce, una austera, scandita da palazzi e edifici religiosi che si specchiano su Venezia, mentre la seconda, che si affaccia sulla laguna, costudisce orti giardini e broli, cadenzati da cantieri navali.
L' Orto-giardino del Redentore
Il giardino del convento del Redentore, celato dietro l’omonimo tempio votivo eretto dal Palladio, è destinato allora come oggi sia alla preghiera e alla coltivazione di vegetali. Un ettaro di terra minuziosamente coltivato, dove trovano spazio ulivi e viti, alberi da frutto, ortaggi e erbe aromatiche, quest’ultime un tempo utilizzate nella farmacia interna al convento.
Il giardino del convento un tempo era infatti anche orto-botanico, ove venivano coltivate le piante semplici, utili allo svolgersi dell’attività dell’infermeria spezieria. Il giardino è uno spazio che completa allora come oggi, il corpo architettonico del convento e del tempio.
- Il Giardino di Ottilia
Il giardino di Ottilia si trova nella parte occidentale della Giudecca, a Palanca, il cui nome deriva da una moneta che un tempo serviva per pagare il passaggio in traghetto a Venezia, e sorge in un terreno dove un tempo si producevano corde per imbarcazioni. Il giardino ha un aspetto spontaneo, apparentemente trascurato, ma in realtà è costruito pazientemente secondo le esigenze e le affinità delle piante, nel rispetto della loro biodiversità.
Ricco di narcisi, settembrini, ellebori, clematidi, ma soprattutto rose, se ne contano 130 varietà, viene curato da vent’anni con sistemi del tutto naturali per contrastare il clima e il terreno veneziano (ad esempio spruzzando acqua di cipolla sugli steli e sui bocci aggrediti dagli afidi). La peculiarità del suo giardinaggio è l’uso del pendolo, che utilizza per selezionare le piante e loro cure. Ottilia era solita aprire il giardino un paio di occasioni all’anno ad amici e conoscenti, ma in autunno il giardino diverrà un frutteto.
- Il Giardino della Tessitura Fortuny
La manifattura Fortuny fu costruita negli anni ‘20 del Novecento da Giancarlo Stucky, nel luogo in cui sorgeva un monastero benedettino, per volere di Mariano, il quale era alla ricerca di un posto dove produrre i suoi tessuti. Nel giardino, realizzato negli anni ’50 nell’area retrostante la fabbrica, ricavato al posto dell’orto conventuale, trovano spazio elementi del giardino veneziano, quali pergolati di glicine, arcate fiorite, vera da pozzo, ma anche un elemento peculiare, il ninfeo, posto nella parte terminale del giardino.
Il giardino è tutt’ora adornato di rose, alberi, e monumentali pittospori, e tutte quelle piante i cui fiori, foglie e frutti rappresentano il riecheggio dei leggendari giardini di stoffa, tessuti con motivi floreali celebri in tutto il mondo, ancora oggi realizzati.
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