Come abbiamo visto le piccole isole della laguna si popolarono attorno al Mille, rappresentando un luogo naturale per costituire gli ambienti ideali al silenzio e alla contemplazione che gli ordini monastici cercavano per creare la distanza necessaria fra se e le cose del mondo.
Quasi tutte le isole attuali, ora in gran parte abbandonate, prendono il nome dagli insediamenti antichi e sopratutto delle chiese o abbazie che vennero costruite nel corso del tempo. Tuttavia esse conobbero periodi di splendore e di decadenza, con un susseguirsi di insediamenti di ordini religiosi nei vari periodi.
L'unica isola che fu sempre occupata dai benedettini è l'isola di S. Giorgio Maggiore che diventò di fatto parte integrante della città man mano che venivano bonificate le zone paludose che la circondavano e che la Piazza andava, con la sua sistemazione architettonica, assumendo il ruolo di luogo centrale della città con le funzioni politiche, religiose, sociali associate. S. Giorgio stessa sembrò, con le grandi opere architettoniche cinque-seicentesche e le ricchezze artistiche acquisite, riverberare lo splendore di S. Marco.
Altre due isole rimasero e sono ancora occupate dall'ordine fondatore: l'isola di S. Lazzaro degli Armeni, che non conobbe la soppressione napoleonica, e l'isola di S. Francesco del Deserto, appartenuta sempre ai Francescani delle diverse famiglie e segnata comunque da periodi di abbandono.
La spinta iniziale della presenza dei benedettini, come delle monache benedettine andò affievolendosi soprattutto nel corso del XIV- XV secolo, a causa di un minore presenza, dovuta alla poca incidenza degli ordini monastici a quel tempo, talora per comportamenti poco edificanti. Furono spesso gli ordini monastici sorti dopo il Mille come i certosini, gli Agostiniani e i seguaci di S: Romualdo a subentrare nei conventi abbandonati.
Le loro esigenze di vita meglio si adattavano ai luoghi solitari e la nuova spinta di rinnovamento nel XV secolo era tutta volta ad una maggiore attenzione all'ascetismo. Le presenze benedettine andavano piuttosto aggregandosi attorno alle comunità Importanti e famose quale era appunto S. Giorgio e per le monache i monasteri di S. Zaccaria e di S. Lorenzo.
Nel contesto di un ritorno ad un ascetismo che tornasse alle origini del movimento monacale grande significato acquistò la fondazione dei canonici regolari di S. Giorgio in Alga: formato da nobili veneziani, che si forgiarono seguendo una via originale alla vita monastica influenzarono non poco la vita della Chiesa del loro periodo con un papa Eugenio IV, Francesco Condulmer, il primo patriarca di Venezia, Lorenzo Giustiniani, destinato agli onori degli altari e un vigoroso riformatore come Ludovico Balbo.
Dalla metà del '600 cominciò un periodo di più accentuata decadenza degli istituti monastici: prima papa Alessandro VII nel 1656 e poi il papa Clemente IX nel 1668 sciolsero alcuni ordini ritenuti minori per assecondare Venezia nella lotta contro il Turco a Candia.
Le soppressioni napoleoniche all'inizio dell'800 sancirono in pratica la fine della vita conventuale nelle isole.Ad eccezione di S. Servolo, le Grazie, S. Clemente che, anche per la loro accessibilità dal Centro storico furono adibite ad usi sanitari fino ad anni recenti,la destinazione prevalente delle isole minori fu militare: da depositi di polvere da sparo che spesso provocarono danni irreversibili, a fortificazioni, create soprattutto dagli Austriaci, che temevano un ambiente a loro ignoto come la laguna, a caserme che occupavano , distruggendo, i conventi residui. Anche le isole come il Lazzaretto vecchio e nuovo e Poveglia conobbero distruzione e saccheggi. Delle isole ricche di conventi e di chiese come si vedono nelle stampe antiche, conosciamo solo un nome e una storia.