Questo itinerario vi condurrà alla scoperta del verde complesso conventuale dell'isola di San Francesco del Deserto, minuscola isoletta non lontana da Burano e da Sant'Erasmo, che con i sui giardini e i suoi orti segreti rappresenta oggi un piccolo eremo di pace e di silenzio in mezzo alla laguna di Venezia.

Se arrivate da Sant'Erasmo o da Burano e disponete di una piccola imbarcazione o trovate qualche pescatore disposto a darvi un passaggio, potrete facilmente raggiungere l'isoletta di San Francesco del Deserto. Arrivando con la barca è possibile scorgere già in lontananza la fascia scura dei filari di antichi Cipressi e di Pini merittimi che circonda il perimetro dell'isola. Scesi dalla barca, percorrendo il lungo viale alberato si arriva alla Chiesa, affiancata dal campanile e dal convento. Dalla porta a destra si accede al primo chiostro, recentemente restaurato, e al vicino chiostro quattrocentesco, con al centro una vera da pozzo barocca.

Dal 1858 si sono susseguiti lavori di restauro dell'intero complesso, che hanno portato alla luce oltre alle absidi dell'oratorio anche le fondamenta dell'antica chiesa dedicata a San Francesco d'Assisi, a cui si può accedere dal primo chiostro. L'antica chiesa quattrocentesca, riportata dai lavori di restauro a mattoni vivi, è ad una sola navata, con il soffitto a carena di nave, e sotto al pavimento sono visibili le antiche fondamenta e la pavimentazione originaria.
L'altra chiesa, costruita di recente per ospitare le funzioni, è del 1963.
Il complesso è circondato dal giardino, dove potrete godervi una passeggiata tra il verde e il silenzio di questo luogo, interrotto solamente dal cinguettare dei numerosi uccelli che lo popolano. Non sono invece visitabili l'orto e le vigne coltivate dai frati che abitano il convento.

Cenni storici

La fondazione dell`eremo viene tradizionalmente fatta coincidere con il soggiorno in laguna di San Francesco d`Assisi di ritorno dall`Egitto, ma rimangono ancora molti dubbi sia sulla veridicità del fatto, sia su un eventuale ruolo attivo del Santo nella creazione dell`insediamento.
Di certo si sa che nel 1228 il patrizio Jacopo Michiel, proprietario dell`isola, accordandosi con Sant`Antonio da Padova, ministro provinciale, fece erigere una chiesa a nome di San Francesco che si presume sia stata la prima eretta in onore del Santo.
Nel 1233 Michiel donò l'isola ai frati minori del convento francescano dei Frari di Venezia che vi edificarono un convento, ove rimasero fino al 1420, quando, indotti dal deperimento dell'isola, i pochi frati rimasti la abbandonarono e si ritirarono ai Frari.
Dal 1420 al 1453 l'isola rimase quindi deserta (forse da qui il nome di S. Francesco del deserto), fino al 1453 quando papa Pio II concesse l`isola ai frati Minori Osservanti che, raccolte offerte in città, restaurarono la chiesa e il convento, edificando il chiostro rinascimentale.
Quarant'anni più tardi papa Clemente VIII inviò nell'isola una comunità di frati Minori Riformati che vi rimasero fino al 1806, anno in cui dovettero abbandonarla in seguito alle soppressioni napoleoniche e ritirarsi nel convento di San Bonaventura a Venezia. Con la secolarizzazione, il convento, composto di trentuno cellette, venne adibito a deposito di esplosivi e l`isola intera a caserma militare. Tuttavia nel 1856 l`imperatore Francesco I d'Austria donò l'isola al Patriarca di Venezia, il quale la concesse in perpetuo ai Frati Minori Francescani che vi fecero ritorno nel 1858, dopo più di seicento anni.

Oggi l'isola, gestita dai Frati Francescani Minori, non è servita da mezzi pubblici ma è facilmente raggiungibile da Burano via acqua e con mezzi privati.
Se non disponete di un mezzo proprio vi consigliamo di provare a chiedere un passaggio in barca a qualche pescatore che trovate sulla riva, con il quale potrete facilmente concordare il prezzo.
Una volta sul luogo troverete un frate sempre disponibile a guidare i visitatori attraverso l'isola.
Recentemente, nell'isola è stata aperta una casa di accoglienza per chi volesse trascorrere qualche giorno di ritiro nel silenzio e nella solitudine, rinnovando così la tradizione degli eremi sorti nella laguna di Venezia.

 

Durata indicativa del percorso: mezza giornata
 
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